sabato 9 febbraio 2013

Immagini di immagini


Viviamo in una realtà fatta d'immagini, di rappresentazioni. Tutti i disegni, le fotografie, i dipinti e i film hanno costruito un immaginario di cose già viste  che lasciano poco spazio all'invenzione. Salgari poteva descrivere il sud del mondo a chi avrà visto in tutta la vita un centinaio di foto, oggi un bambino di cinque anni ha forse già visitato il tutto mondo dallo schermo. Una volta ciò che non si conosceva veniva costruito con la fantasia assemblando le poche immagini note e l'esperienza quotidiana. In compenso i nostri sogni sono più realistici e a volte ci ingannano oltre il risveglio. Molti artisti producono nuove immagini partendo da immagini esistenti, dal supporto e non dal soggetto. Ma è fatta di immagini anche la quotidianità così se guardo una graziosa ragazza mi accorgo che nell'abbigliamento, nel taglio di capelli, assomiglia a un personaggio televisivo. Quindi trovo graziosa lei o l'altra? Quanto sono condizionato da ciò che ho visto nel capire ciò che sto vedendo? Alle immagini ci adeguiamo per non dove raccontare tutto da capo, ma come per le fotografie occorre guardarle con attenzione, in profondità, nei dettagli. Spesso scegliamo male le parole, è più facile con le immagini. Anche le foto delle pubblicità nelle riviste raccontano di più se si cercano i dettagli. Quindi l'idea più diffusa, di moda, plasma gli atteggiamenti e le apparenza, e chi si oppone si schiera nell'immagine opposta ben codificata. Scegliere una via autonoma, originale e unica relega all'invisibilità e a dover spiegare ogni volta cose semplici con concetti complicati. Siamo anche noi immagini di immagini? Le immagini però si lasciano studiare, anche manipolare, accostare. Vivo la contraddizione di voler vivere nelle immagini ed esserne immune, rimanere sedotto dalla bellezza, ma viverla nel distacco. 


foto: Photo of photos of photos, 9 febbraio 2013 dalla mostra di Schmid J. al Mufoco.

13 commenti:

  1. non so... io non vedo molta differenza tra parole immagini e vi trovo le stesse contraddizioni... ma forse è un'impressione superficiale...

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    1. veramente riesci a separare le parole dalle immagini? e trovare immagini che non hanno un nome?
      la cosa che più mi "turba" è che mi sembra ci sia stato un momento nella storia in cui le immagini sono diventate tante, infinite, mentre prima erano rare e preziose.

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    2. scusa, non sono riuscita a spiegarmi, intendevo dire che quello che tu hai descritto per le immagini a me accade per le parole... parole di parole. Che non riesco più a disciplinare, infatti.

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    3. bello questo! mi fai un esempio? io ad esempio qualche giorno fa mi sono arenato sulla parola "stillicidio" la usavo ma non ne conoscevo il significato... letterale.

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    4. il signififato letterale è sempre... malleabile.

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  2. Avevo commentato,brevemente,anche questa mattina,perchè trovo interessante e stimolante ciò che hai scritto,ma è sparito.Riprovo ora.
    Allora sono d'accordo con te nella quasi totalità.Si,le immagini dicono e ci rappresentano,o meglio,spesso rappresentano l'intenzione di quello che vogliamo rappresentare o avremmo voluto fosse. Nel bello come nel brutto.C'è ovviamente l'impatto visivo del primo momento che comunica piacere,indifferenza o ripugnanza.Attraverso un dettaglio oppure per tutto l'insieme. Solo dopo,a mente fredda,"con distacco" come giustamente dici tu,se ne può comprendere, e a livello cognitivo, il senso pieno di quel dettaglio o del tutto,suscitatore d'emozione,o di rigetto e,sai che solo lì doveva restare,perchè rappresentativo d'un concetto,di un contesto,dell'intenzione che l'artista aveva voluto fosse,anche se il "brutto" resta brutto ma è giusto che sia così perchè negli occhi e nell'immaginario di chi vede,resti ben incisa l'efficacia del pensiero rappresentativo.
    Bianca 2007

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    1. ma quando le immagini sono tante, come quelle incrociamo in ogni momento del giorno, come si fa a trovare il giusto distacco?

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    2. Si ritorna a quella che più ci ha colpito.Perchè farne un problema di ingombro o di quantita?...Ciao,Bianca 2007

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    3. Più che altro io temo la pioggia delle immagini che passano "inosservate"

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    4. " Lezioni Americane - Visibilità", incipit:

      “C’è un verso di Dante nel Purgatorio (XVII, 25) che dice: ‘Poi piovve dentro a l’alta fantasia’. La mia conferenza di stasera partirà da questa constatazione: la fantasia è un posto dove ci piove dentro”

      Alcuni stralci:

      "Mi resta da chiarire la parte che in questo golfo fantastico ha l’immaginario indiretto, ossia le immagini che ci vengono fornite dalla cultura, sia essa cultura di massa o altra forma di tradizione. Questa domanda ne porta con sè un’altra: quale sarà il futuro dell’immaginazione individuale in quella che si usa chiamare la “civiltà dell’immagine”?



      Una volta la memoria visiva d’un individuo era limitata al patrimonio delle sue esperienze dirette e a un ridotto repertorio d’immagini riflesse dalla cultura.



      Oggi siamo bombardati da una tale quantità d’immagini da non saper più distinguere l’esperienza diretta da ciò che abbiamo visto per pochi secondi alla televisione. La memoria è ricoperta da strati di frantumi d’immagini come un deposito di spazzatura, dove è sempre più difficile che una figura tra le tante riesca ad acquistare rilievo.

      Se ho incluso la Visibilità nel mio elenco di valori da salvare è per avvertire del pericolo che stiamo correndo di perdere una facoltà umana fondamentale: il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, di far scaturire colori e forme dall’allineamento di caratteri alfabetici neri su una pagina bianca, di pensare per immagini.

      Agave-che-lascia-parlare-il-suo-padre-spirituale

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  3. Io non posso farne a meno, delle immagini belle, le ricerco, e spesso le elaboro, disegno cio' che cerco, mi coccolo gli occhi con le icone che realizzo, talvolta.
    Noi possiamo essere il riflesso o la copia di altre immagini, concordo, l'influenza è tanta, tantissima..

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    1. produrre, meglio dire creare, immagini aiuta almeno a non subirle :)

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