Eppure pensavo, anzi ero convinto, di aver imparato la lezione, di essermi deciso a credere che posso più fidarmi del mio istinto che delle parole che sentono le mie orecchie. Eppure esso urla come un cane che abbaia alla minaccia che sente vicina, sussulta come di una cosa importante ricordata all’improvviso, mi tira come un bambino che vuole svelarvi qualche cosa di nuovo del mondo. Ma io lo schiaccio, lo ignoro, lo declasso a “inutile sensazione” o “eccesso d’ansia”. Eppure l’ansia l’ascolto, pure troppo, ma l’istinto no. Ho sbagliato anche questa volta che ero all’incrocio, ho chiesto informazioni a tutti, tranne a me stesso. Anzi, peggio ancora, non mi sono fidato.
foto: a ghost behind the door.