domenica 9 dicembre 2012

La placenta di Linus


La passerella solida con cui è iniziato l’attraversamento del baratro sembra più stretta, mentre i venti polverosi mi confondono la vista. Gli occhi secchi vorrebbero chiudersi per riposare, ma temono il buio. Una massa nera, seduta come una vecchia foca ( questa è veramente buia ) solo i riflessi da piume di corvo la rendono pericolosamente attraente. Un mostro con gli orecchini di perla. Mi chiedo quale dovrebbe essere il ritmo dei miei passi, quale cadenza dovrei tenere? Provo a posare un passo per ogni battito del cuore, che ora solo ora, mi accorgo quanto sia lento. Intanto gli occhi bramano tutta la distanza, ma sento solo il vuoto, ciò che ho è mancanza. I pugni esistono per non avere le mani vuote, ma le unghie feriscono senza fare complimenti. La strada ha curvato, me ne sono accorto solo ora, mentre penso che anche il cerchio è un poligono. Non i cerchi concentrici dei poligoni, che fingono di essere qualcosa di diverso dal petto di un uomo. Allora ci sarannio spari, ma anni di musica di nicchia mi ha reso immune alla sorpresa, ma non alla noia. Un bambino affamato cerca di buttare tutto il mare in una buca, un adulto lo guarda e lo deride. Il bambino a sua volta deride l’adulto, perchè sa che entrambi non potranno fare a meno di cercare di svuotare il mare. L’adulto vede nella buca l’arroganza, il bambino la fame. Una fame infinita da Arlecchino, una sete da alcolizzati, una serenità da dementi. In tasca ho un foglietto: una vecchia lista della spesa, troppo corta per essere vera. Un altro promemoria dello sbaglio, come la ricevuta di una scommessa perdente nella tasca di un fallito. Potrei farci una barchetta, ma non mi fido senza una tormentina bianca e candida. Mi ci appallottolo dentro, per favore, calciatemi dentro la primavera.

foto: On Space Time Foam 3. Installazione di T. Saraceno, HangarBicocca, Milano

8 commenti:

  1. Accorata quanto appassionata verità che solo un bimbo con gli occhi d'adulto lancia a se stesso e al cosmo.
    Auguro la capacità del bravo capitano mentre è al comando della sua bella nave.Cat

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un bravo capitano su una bella nave? troppe coincidenze per un mare piatto. Però grazie per l'augurio.

      Elimina
  2. Farsi primavera, significa accettare il rischio dell’inverno. - A. de Saint-Exupéry

    (le stelle si vedono solo al buio... e se le nubi le ricoprono, tu sai che lì sotto brillano ugualmente)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Forse come De Saint-Exupéry bisognerebbe sempre volare al di sopra delle nuvole e non perdere il contatto con lo sguardo protettivo delle stelle

      Elimina
  3. Domandina se non sono troppo indiscreta.Fai di fotografie professionalmente? Grazie anche se non vorrai rispondere.Capirò da me.Cat

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Figurati che solo la domanda mi inorgoglisce! Sono solo un hobbista scalpitante. :)

      Elimina
  4. Ciao sconosciuto,sono certa che,per chi,come te,sa inventarsi la vita,ci sia sempre un dio che inventa le primavere.Auguri.Cesaria

    RispondiElimina