martedì 23 agosto 2011

Venezia e il tempo


Non è stato facile superare la prima impressione ma poi ho capito perché Venezia mi imprigiona. Non tanto per i vicoli incantevoli, spesso deserti, tra antichi palazzi e luci timide. Non tanto per i canali che tagliano il passo come venti improvvisi. Non certo per il turismo. Nemmeno per il mare vicino o per il clima. Venezia ha due dimensioni: la prima è quella di città da visitare, da consumare, da raccontare condendo di dettagli romantici e buffi aneddoti sulle gondole, la seconda è più intima e si chiude in una mano. Se ti fermi un po’ di più e lasci che si racconti, alla fine si arrotolerà come un gatto e potrai prenderla nel palmo di una mano. Potrai camminarla, non senza fatica, ma con gusto e le strette vie diventeranno domestiche. Le osterie saranno rifugi ospitali e i canali non ti taglieranno più la strada. Ciò che a Venezia non c’è è il tempo, che si è dovuto fermare, non per incantarla in un passato remoto, ma in un eterno presente di resistenza. E’ il suo carattere e non permette a nessuno di scorrerla veloce e distratta, né in bicicletta né in automobile. Chi vuole consumarla in un giorno viene relegato ai margini dove si incanterà a gustare dal vivo il già visto e se ne andrà con il dubbio di essersi perso qualche cosa. Gli incantati , come me, si struggeranno per sempre nel desiderio di raccontarla e paura di essere banali, ma non potranno resistere. Forse Venezia non vuole ospitarti, vorrebbe adottarti per sempre.



foto: Vik Muniz, Untitled, Biennale di Venezia Esposizione Internazionale d'Arte 2011. Qui le altre su Venezia e la Biennale.

8 commenti:

  1. Rido. leggo solo poche righe. Odio venezia, puzza ed è umida. la bellezza, è proprio vero, è negli occhi di chi guarda

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  2. ...e nel naso, sulla pelle, sotto i piedi. :)

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  3. ... a Venezia in agosto? l' acqua c'era? (tutta invidia):-) Cybèle

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  4. Venezia va bene sempre, due anni fa c'era molta meno gente. L'acqua c'è sempre, sono le spiagge che scarseggiano! :P

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  5. io di Venezia conservo il ricordo del bellissimo libro di Thomas Mann: Morte a Venezia.
    incantevole atmosfera...

    un saluto
    C.

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  6. si parlava giusto dell'incanto che un visitatore dell'altro secolo avrebbe potuto avere visitandola per la prima volta dopo averla solo immaginata. Mentre noi l'abbiamo letta, vista al cinema, in foto... ci siamo persi qualche cosa. ciao

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  7. Ciao, bel post as usual (oddio ma sto scrivendo in italiano?).
    Il tuo commento sopra riporta la stessa riflessione che facevamo io e P., la mia compagna di viaggio,di fronte al tempo di Poseidone a Capo Sounio, pensando a Byron che arivava fin lì e incideva il suo nome sul tempio (manco fosse un writer d'altri tempi...)
    Perinzia,ormai tornata.

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  8. a Byron certe cose si possono perdonare, anzi. Bentornata.

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