mercoledì 27 aprile 2011

Sono io, sono te


Non poteva essere se non così, con le parole di Arrigoni diventate bandiera per molti. Una bandiera netta, non interpretabile, non dipendente dai giudizi delle mode e della storia. Una richiesta semplice, e come tutte le cose semplici, tra le più difficili da realizzare. Vittorio ci chiedeva di fare quel passo che supera la nebbia e che ti fa vedere nella figura che hai di fronte, non una generica sagoma, non un’informe essere ostile, ma un tuo simile, umano: te stesso. Restiamo umani nelle passioni, nelle ambizioni, nel desiderio di felicità, senza chiudere gli occhi. Quando riesci a vedere te stesso negli altri non puoi fare la guerra, nemmeno quella che esporta la democrazia, nemmeno quella santa, nemmeno quella giusta. Anzi di queste definizioni puoi solo inorridire, perché ti vedrai tra le vittime. Quando riesci a vedere te stesso negli altri non puoi pensare di sfruttare le loro condizioni di miseria, la loro ignoranza, il loro dolore, nemmeno la loro terra. Se ti vedi negli altri sei umano, altrimenti no. Eppure è la cosa più difficile, perché prima di Vittorio lo hanno detto i filosofi, i profeti, gli emissari divini, i musicisti e le star della televisione, eppure non riusciamo a vedere che il nostro nemico siamo noi “anche se con la divisa di un altro colore”.


foto: dal 25 aprile 2011 a Milano (set completo)

3 commenti:

  1. In realtà, non si riesce mai a vedere noi negli altri, se ti soffermi in quanti lo dicono a parole, e nei fatti dimostrano il contrario. Tutti vogliono uniformarsi a ciò che è giusto, ma poi accadono episodi, come la morte di Vittorio, morire per far del bene, qual'è il senso? Dov'è l'unità? Mi auguro che ci siano più riflessioni per vedersi uguali, e no minacce.

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  2. unastranastrega, è giusto che la commozione non passi, siamo umani.

    Jonecy, ogni giorno ci sono infiniti gesti di umanità che passano nel silenzio e non li conosciamo. come tutti i giorni di Vittorio prima della sua morte. Prima di allora pochi lo conoscevano. Credo che questo sia un pezzo del senso. il resto è sempre una responsabilità individuale.

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