mercoledì 9 febbraio 2011

Paura


Perché non parliamo mai di paure? In fondo è la paura che guida la nostra vita. Anzi la Paura, una in particolare, quella inevitabile, senza nome, quella certa. Ci domina e ci obbliga a valorizzare il tempo, o a goderne, ci spinge verso le religioni o ci allontana da esse. Siamo in galleggiamento nell’acqua che gira nel lavandino verso il foro dello scarico, lo vedi? E’ quello. Quando mi sono accorto che era tutto vero, che sarà tutto vero, mi prese il panico e mi misi ad urlare disperato, avevo circa 12 anni e avevo appena visto le scene iniziali de “I quattro dell’oca selvaggia”. Nel film il gruppo entra in una caserma e uccide con un gas dei militari nel sonno. Mi prese la follia pensando a quei tizi che si erano addormentati pianificando cosa fare domani, alle cose rimandare, a quelle che sarebbero venute, invece... Confesso che a volte la vertigine del panico mi prende ancora, nella notte quando esco da qualche incubo che non riesco mai a ricordare. Tutta colpa dello stress, si dice. E prima o poi riuscirò a strappare in due il cuscino con le mani! In questi casi, dopo la tachicardia c’è solo l’invidia, per chi è certo di non essere solo piccolo istante nel nulla, di non essere fatti della stessa materia di cui è fatto il pensiero, della stessa inesistenza di un lampo di luce. Quando spengo il computer tutto ciò che c’è nella sua memoria scompare nel nulla.


foto: Palasharp Milano, 5 febbraio 2011 (Sono qui)

2 commenti:

  1. io non ce l'ho quella paura lì. ho quella del tempo che la precede, se è tempo consapevole, ma della fine no. e credo sia proprio perchè la considero fine. forse, se credessi in un poi, mi spaventerebbe di più. ma non so, devo pensarci perchè è un'idea nuova.

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