giovedì 11 novembre 2010

In autunno non c'è apatia


Non so se sarebbe più facile oppure no: per un attimo ho pensato che potrei anche deporre l’armatura e vestirmi di vetro. Tanto cosa c’è da nascondere? Sei quello che sei, e non sei Sergio Rubini per poter interpretare il personaggio che vuoi. Sei quello che sei, e gli altri vedono comunque quello che vogliono. Quindi tanto vale avere una pelle di vetro e lasciare che il sangue scorra contro la parete liscia mostrando le pulsazioni delle tue piccole ansie. Il cuore potrebbe ballare in uno spettacolo per il pubblico e lo stomaco contrarsi in deflagrazioni di acidi. Potrei lasciare che la pioggia in autunno mi cada addosso e scivoli verso le giunture per tornare ad essere goccia. Come effetto “maglietta bagnata” sarei un poco deludente, però con una lampadina dietro la schiena farei la mia porca e macabra figura! Sarebbe definitivamente bello conciliare il “dentro” e il “fuori”, magari sperando che si assomiglino, magari sperando che tanti anni passati al tornio dell’auto auscultazione abbiano sgrossato ciò che il caos ha fatto nascere. Comunque il momento del dubbio è passato e posso rivestirmi con la maglia intessa di scaglie di pagine di copione e di stereotipo, però non mi abbottono del tutto, lascio un bottone e un’asola separati dallo spazio che basta per lasciarti infilare una mano.



foto: pensilina sotto casa, 7 novembre 2010

17 commenti:

  1. .. potremo usarlo come segnale per riconoscerci, noi che cerchiamo di conciliare definitivamente il dentro e il fuori: lascieremo un bottonr aperto della giacca ((: Se dovessimo incontrarci nel metrò o chissà dove, magari potremo infilarci un bigliettino in quella fessura, mi ricorda tanto una cassetta della posta...

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  2. secondo me ci si riconosce comunque, magari non al primo sguardo, ma come la sensazione di un eco. :)

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  3. m'è venuta in mente la tua nonmivienelaparola per gli atlanti anatomici.

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  4. a me no... l'avrei potuta usare per il titolo...

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  5. "Sei quello che sei, e gli altri vedono comunque quello che vogliono" Io vedo, ora vedo dentro gli altri e la bellezza è quella che splende. Ho imparato. Non ho imparato per me stessa, ma credo sia normale. Nelle tue pagine bianche ci son parole che non credo possano essere dette a voce alta.

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  6. sì, forse, ma il mio problema sono quelle cose che non andrebbero mai dette perchè quando diventano parole diventano anche un po' ... banali. Dovrò trovare una foto anche per questo.

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  7. "vorrei strapparti la maglietta sul petto e scoprire l'immagine traslucida del tuo cuore che batte"

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  8. ok ma di sorpresa, altrimenti mi viene un colpo. :)

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  9. Complimenti per le foto, ti ho aggiunto su Flick'r (Ballata per la mia piccola Iena)

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