sabato 8 febbraio 2014

Il Vuoto



Secondo il Dao, ma anche secondo il buon senso, tutto nasce dal vuoto e il vuoto ha valore.
Un vaso lo si apprezza per la sua capacità, che è  il suo vuoto. Così una porta la si utilizza per la sua parte vuota in cui si può passare. Il vuoto contiene, accoglie, consente l’esistenza. Tutto ciò è un vuoto di prospettiva, ovvero che in futuro potrebbe essere occupato. Più difficile è cogliere l’utilità del vuoto per mancanza o per sottrazione. Se guardo un portafoglio vuoto non immagino il futuro guadagno, ma l’immediata spesa. Così una pancia vuota e affamata, un letto mezzo vuoto, una cornice vuota. Eppure il vuoto è sempre lo stesso, ma noi lo cogliamo differente. Da un lato una potenzialità, dall’altro un dolore. Allora chiudo l’attenzione su me stesso e faccio vuoto tra i pensieri, se ci riesco, i due sapori del vuoto iniziano a somigliarsi, poiché sono proprio i pensieri che spengo a renderli diversi.
In un teatro vuoto gioco con la mia voce e la scopro per la prima volta. Devo usarla per riempirlo, per esplorarlo come un pipistrello. I verbi del vuoto, vibrare, risuonare, iniziano ad appartenermi. Nelle cavità del mio corpo la voce impara a vestirsi, a trasformarsi, da istinto naturale a manifestazione della volontà. Nell’utero materno, il vuoto-pieno per eccellenza, il mondo esterno ci raggiunge solo con i suoni, ora provo io a raggiungerlo. Non posso sapere se questo è un percorso o una sosta, per ora è un possibilità nuova che occupa lo spazio.
Il vuoto ci protegge dal turbino dei pensieri che fanno di una mente occlusa un peso inutile, peggio di una mente vuota.

Foto: Teatro Oscar Pacta - 2 Febbraio 2014

domenica 12 gennaio 2014

L'idea (piccola) di Libertà


Pasticciare avanzi di una festa per tutto un pomeriggio, senza aspettare una vera è propria cena: questa è libertà. 
Vagare di notte, nella strada, nella rete e nei libri, per poi dormire di giorno: questa è libertà.
Mischiare gli ingredienti seguendo solo l'immaginazione di cosa diverrà: questa è libertà.
Sospendere, anche per poco, abitudini, abbigliamenti, orari, sequenze: questa è una (piccola) libertà.
Non conoscendo la Libertà, intendo nel senso più alto possibile, provo a cercarla nel piccolo, sperando che ogni episodio sia la tessera di un mosaico definitivo, e che si possa riconoscerla anche disponendo di pochi pezzi.
Domani torno al lavoro, riuscirò a farlo diventare un pezzo della mia libertà?



foto: L'idea di sedia, gennaio 2013