venerdì 22 giugno 2012

Si chiama Estate


L’odore dell’estate è quella dei tigli, dell’aria calda della pianura che sa di prato e resta ferma sotto il naso. E’ il calore dolce del tramonto, quasi fosse una promessa per una notte accogliente e non insonne e sudata come invece sarà. Le voci dei bambini non sono soffocate dalle case, dai lampi del televisore acceso, ma squillano e ripetono le stesse frasi da migliaia di anni, così i richiami delle madri. Vorrei chiamare l’amico di tutta un’infanzia e urlargli, ridendo al telefono, “non è cambiato niente! non è cambiato niente”. Quell’eterno gioco a nascondino, le cretinate dette, oppure i segreti raccontati a bassa voce quando il cielo era già scuro e ci faceva sentire grandi ritardare l’ora del rientro. Oggi il mio amico starà facendo lo stesso pensiero guardando le sue due figlie giocare in giardino. Maledetta adolescenza che avveleni i giochi dell’infanzia per scimmiottare la tragedia degli adulti. Così da adulti giochiamo a fare i bambini ma senza l’impegno e l’illusione del tempo infinito e la volontà di voler occupare tutta un’estate.


foto: Summertime, 22 giugno 2012

4 commenti:

  1. ecco qualcosa che devo ritrovare, l'estate. Eppure ho i miei rituali a cui sono legata ed a cui mi abbandono... i lamponi, lo smalto sulle unghie dei piedi, riscoprirsi la pelle, "le ombre lunghe della sera"... tutte cose che lascio entrare dentro di me senza che io riesca ad entrare dentro l'estate....

    RispondiElimina
  2. Chapeau (da sole, visto il caldo).
    Agave-Mrs.dalloway

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, prendilo grande, di paglia intrecciata, con nastro leggero e sventolalo forte :)

      Elimina