venerdì 27 aprile 2012

Memorie dal sottogranchio



La sensazione è quella di una mano che ti afferri la faccia, come un granchio invisibile aggrappato ai lati del volto. Nessun dolore, solo un fastidio come un peso. In quelle mattine in cui mi alzo con questa sensazione già so che andrà tutto storto e non c’è nulla che possa smentire questa previsione. Il primo effetto è il non voler affrontare il giorno, sapendo che il minimo pensiero potrà turbarmi. Il secondo è un’ipersensibilità all’umanità generica, ovvero un’assoluta intolleranza a tutto. Tutti gli altri sono effetti conseguenti: quindi ogni borsa sarà inadatta alla macchina fotografica, ogni valigia sarà o troppo grande o troppo piccola, le cose da portare in viaggio sono troppe e, allo stesso tempo, troppo poche. L’esperienza è contagiosa: oggi in due servizi consecutivi ad un telegiornale hanno esaltato il week-end di sole che invita al mare e hanno conseguentemente descritto il Sole come il più velenoso degli elementi naturali. Per non parlare di una sterile polemica sul fatto che al concorso Miss Costarica non possano partecipare le donne sposare ma lo possano i transessuali, e quindi in cavillosa e moralistica definizione di “signorina”. Per fortuna nel tardo pomeriggio mi è venuto un semplice mal di testa, così alla domanda “che cos’hai oggi?” posso rispondere senza dover srotolare un post da anziano lamentoso sui mezzi pubblici.

foto: "100 sogni morti sul lavoro" Installazione di Gianfranco Angelico Benvenuto, Piazza Duomo, Milano

2 commenti:

  1. per cui commentare è un rischio...

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  2. Certo che l'immagine del granchio sul volto mi crea dei conflitti eistenziali con il mio segno zodiacale... :-)Come va, meglio?
    Il viaggio dove ti ha portato?Fatto pace con la valigia?:-)
    Agave-ragazza-senza-valigia-da-sei-mesi :-(

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