venerdì 4 novembre 2011

Gli araldi dell’inverno


L’umidità che avvolge i palazzi riempie i vuoti che lo sguardo indagava in estate. Il passo è più veloce e il cuore lo ritma ansioso di arrivare ovunque si debba andare. Il lungo caldo autunno mi aveva fatto dimenticare che l’inverno sarebbe arrivato freddo, umido, malaticcio. Ci hanno pensato gli stormi di piccoli uccelli neri che sincronizzati dall’istinto riempiono l’aria tra i palazzi sfrecciando a pochi metri dalle finestre. Impavidi si lanciano dai tetti scivolando come un tessuto srotolato sulle scale. Il gruppo compatto volteggia come un sol corpo, tranne alcuni solitari che si restano distanti o fermi appollaiati e indifferenti. Si tengono lontani dalle danze, come gli anziani ai bordi delle piste da ballo, un po’ curiosi, un po’ invidiosi, un po’ certi che tanto è tutta fatica inutile. Le persone sciamano uguali nei cunicoli della metropolitana, soltanto un po’ più colorati ma molto più scoordinati e irritabili. Ognuno immerso nell’illusione di percorrere una via unica e individuale, ma che li porterà tutti davanti ad un solitario televisore. Tra un ponte e una festa anche l’inverno passerà, il "gesùbambino" dei centri commerciali già avvita le lampadine colorate: basterà aspettare il Festival di San Remo e sarà di nuovo primavera.


foto: gli araldi dell’inverno - Milano 3 novembre 2011

8 commenti:

  1. anche a me, pioggerellina a parte... :)

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  2. che ansia sam. son li fuori dalla pista da ballo. che ansia pensare è fatica sprecata. adesso salto dentro e faccio un degenero. giugno subito. lov.
    i.

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  3. A me piace molto l'inverso. forse perché ci sono nata... e lo penso sempre come un periodo di pausa e di rinascita...

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  4. Ah Milano, grigia, piovosa,caotica,....bellissima! che nostalgia mi viene guardando questa foto. Io vorrei tornarci, prima o poi :)

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  5. Giovy, anche a me l'inverno da questa sensazione di preparazione alla rinascita, dici che dipende dal mese in cui siamo nati?

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