martedì 21 settembre 2010

L'equilibrio è necessariamente incompleto


Sono poche le cose che si completano e la trasformazione è il destino comune all’universo. Se non esistesse la teoria del “Big Bang” mancherebbe una logica spiegazione, anche se fosse errata, per giustificare questo andare avanti come sospinti da un’onda d’urto. Quando si esaurirà questa spinta? Oppure non stiamo procedendo in modo lineare ma in modo circolare o caotico? Pensavo al film “Il compleanno” di Marco Filiberti e alla sensazione di mancanza che mi ha preso alla fine. Forse non è il “mio film” però levo il cappello ad uno splendido gruppo di attori e ad una regia che andrebbe elencata tra i protagonisti del film. La storia non è incompleta, lo è il mio percepirla. La scena finale cerca di chiudere con un episodio una vicenda che non si può chiudere e ritorna quel mio desiderio di curiosità per i personaggi secondari. Chi è quella coppia che ogni tanto sbuca? Perché sembrano così affiatati e felici? Sono esibizionisti millantatori o rappresentano la speranza nella felicità che non deve morire mai? Di sicuro anche per i protagonisti la vita non raggiunge un equilibrio ma si trasforma, o si sfalda, e diventa altro. E allora la solitudine è una condizione di minimo potenziale che permette più equilibrio? Oppure è il gruppo che consente un appoggio più stabile? Patrizia Laquidara canta che l’equilibrio è un miracolo, e lo è sia quando è statico sia quando è dinamico, distesi o a grande velocità, in ogni caso cambia sempre. Non barare, devi comunque guardare in basso.



foto:manichino seduto in una vetrina di via Fara, 18 settembre 2010

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