martedì 5 dicembre 2017

Durante e dopo il dolore


Cosa resta del dolore? Di tutta questa tua sofferenza, quella che ora ti possiede? Quando sarà passata che segni lascerà? Quante persone nel tempo di leggere queste righe, stanno urlando straziati oppure sono muti, soffocati, da una sofferenza profonda?
Solo il dolore ritratto dagli artisti, nemmeno dai cronisti, riesce a scolpirsi nella materia e diventare comune. Ci servirà per condividere, ci servirà per ricordare, anche quando i giorni del dolore saranno lontani. Ma non serve per imparare, l’opera colloca la sofferenza nel passato o nella distanza. Ci duole di più una piccola sconfitta in una partita di calcio che un genocidio lontano. Il dolore non si può rappresentare, in fondo, non si può nemmeno raccontare.
Forse si dovrebbe cercare di rappresentare il conforto, la sommatoria di tanti dolori diversi: grande vero gesto di umanità.



Foto: dettaglio dell’allestimento dell’opera di Enrico Baj “I funerali dell’anarchico Pinelli” - Fondazione Marconi

sabato 28 ottobre 2017

Arte Ribelle



Come una tempesta chiusa in un bicchiere tappato dal palmo di una mano. Purtroppo anestetizzata, catalogata, esposta, de-localizzata, solo come una mostra, o una ricerca, possono fare. E’ comoda la storia srotolata e ordinata in una stanza, invece che sparsa nelle pieghe di istanti non ben documentati.
Forse è colpa del contesto, troppe banche e istituzioni per non far pensare alla belva in gabbia durante un cocktail party a bordo piscina. Ma non importa, gli sconfitti diventano schiavi e vengono portati in corteo come tesoro di guerra.
Mi chiedo se invece sia ancora possibile un’arte così? Così come? Così esplicita, così didascalica, così affannata nel cercare la via per portare un messaggio sovversivo direttamente al cervello, o al cuore.
Altrimenti, se l’assenza del contesto e dell’assenza di una diffusa convinzione di un’idea la renda inutile, per non dire invisibile, per non dire ridicola. Eppure non sono le figurine del “Milanese imbruttito”, nemmeno una vignetta di Biani o un meme qualsiasi costruito nella cultura social-tv americana e diffuso nel mondo per premio di maggioranza mediatico.
Com’era vivere quel costruire sperando, cercando, facendo?



Foto: un particolare di un’opera di Nanni Balestrini e dell’allestimento. Milano, 28 Ottobre 2017, Galleria Gruppo Credito Valtellinese