Avrei voluto prendere il telefono e dire una cosa del tipo “ciao, nulla, è che mi sento triste come una minestra...” Molte persone associano la minestra a qualche cosa di triste, di invernale, di malaticcio. Io non trovo che sia un piatto triste ma mi adeguo, si sa che le metafore sono fatte per gli altri. Io la minestra la trovo simpatica: è leggera, saporita se la sai fare e colorata. Inoltre se cucinata lentamente ti riempie la casa del profumo di verdura e di attesa, il giorno dopo è meno piacevole però al momento mi ricorda qualche cosa di caldo. Sabato scorso non ero affatto triste, mi sono cucinato una minestra e ho guardato un film di Godard. Immagino che a qualcuno ciò possa apparire tragico, ma ero veramente sereno. Da qualche giorno lo sono meno, anzi non lo sono affatto: il freddo si sente. Ho un ragù congelato e penso che lo userò per vestire gli spaghetti di un bel rosso profumato, abbinato a quello nel bicchiere, sperando di trovare un pensiero rosso da seguire nella serata. Ma come dice Ferdinando Bruni quando interpreta Rothko “rosso? rosso come?”
foto: Minestra
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