domenica 10 giugno 2012
Gli ultimi saranno in ritardo
Sono spesso in mezzo a noi ma li percepiamo solo come un fastidio, nulla di più, senza ipotizzare che possano essere altrimenti, come le zanzare. Da quando sono apparsi sulla sulla terra sono stati allontanati, cacciati, rinchiusi, schiavizzati, sterilizzati, massacrati eppure sono ancora nelle nostre città ma noi ne vediamo solo la mano tesa. Se strizzassimo un po’ gli occhi potremmo cercare di mettere a fuoco il polso, il braccio e infine la persona che c’è in fondo. Mi sono fatto una domanda, ma com’è possibile che ci sia gente che viva così per scelta? Com’è possibile che si possa voler vivere da nomadi, nelle roulotte, nei campi? Chi può scegliere come vita il mendicare, piccoli furti o truffe? Non sapendo dove trovare la risposta il caso mi ha messo nelle mani un libro. Anzi il libro, una vera enciclopedia del mondo romanès e della loro cultura, perché guarda caso ne hanno una. Anzi, nonostante la persecuzione hanno conservato gelosamente la loro cultura, intatta, non arresa. I mendicanti che incontriamo sono la parte evidente di un popolo disperso nel mondo, per lo più integrato e sedentario. Ovviamente noi vediamo solo gli “zingari” che ci tendono insistentemente la mano, un gesto di resa per un popolo che non si è mi arreso ed è l’unico popolo che non ha mai dichiarato guerra a nessuno. Non basta un libro per allontanare la diffidenze, a me non è bastato, ma scardina la visione monocromatica del bianco e del nero, del giusto e dello sbagliato, della ragione e del torno, del raccontato e del vissuto. Santino Spinelli è una Virgilio molto bravo se in un giorno di ardore vorrete liberare un pezzo del vostro pensiero mai abbastanza libero.
Foto: In una piazza vicina, il giorno dell’arrivo del papa a Milano.
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Grazie per la segnalazione, me lo segno e evdiamo se mi farà capire delle cose.
RispondiEliminaIo non sono diffidente nei loro confornti più di quanto non lo sia in generale e non provo quel sentimento di disprezzo (sì, disprezzo) che molti hanno verso queste persone.
Però al momento credo che per molti sia davvero una scelta, dato che più di una volta ho sentito riportare, in alcuni convegni sui minori, l'osservazione che la scolarizzazione di questi bambini è molto difficile per via delle resistenze opposte dalla famiglia, che non vuole che il bambino si integri in una cultura diversa.
C'è poi tutto il discorso per cui esser dentro il sistema non comporta solo la rinuncia ad una vita nomade, che è la cosa più evidente, ma anche l'essere individuato ed individuabile, con tutto quel che ne consegue in termini di oneri e conseguenze derivanti dale proprie azioni.
Ma è un discorso lungo.
Grazie ancora per l'indicazione.
Agave
Sì è molto complesso, e questa è una piccola certezza.
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