giovedì 29 marzo 2012

In un istante l'istinto






Eppure pensavo, anzi ero convinto, di aver imparato la lezione, di essermi deciso a credere  che posso più fidarmi del mio istinto che delle parole che sentono le mie orecchie. Eppure esso urla come un cane che abbaia alla minaccia che sente vicina, sussulta come di una cosa importante ricordata all’improvviso, mi tira come un bambino che vuole svelarvi qualche cosa di nuovo del mondo. Ma io lo schiaccio, lo ignoro, lo declasso a “inutile sensazione” o “eccesso d’ansia”. Eppure l’ansia l’ascolto, pure troppo, ma l’istinto no. Ho sbagliato anche questa volta che ero all’incrocio, ho chiesto informazioni a tutti, tranne a me stesso. Anzi, peggio ancora, non mi sono fidato. 

foto: a ghost behind the door.

7 commenti:

  1. l'istinto a volte arriva prima di noi, arriva troppo presto e noi che siamo razionali e aspiriamo all'obiettività ci diciamo che non dobbiamo lasciarci condizionara dalla prima impressione, che bisogna valutare tutte le possibilità... E mentre siamo impegnati a sguazzare in tutta questa umiltà, ci scordiamo che a volte il parere, il consiglio, la valutazione, l'indicazione che ci forniscono gli altri non è altro che una loro prima impessione... Quindi, se proprio non riusciamo a dare retta al nostro istinto, permettiamogli almeno di avere voce in capitolo. Insomma, accreditiamolo!

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    Risposte
    1. L'istinto lavora nel reale con la materia che raccoglie nei sogni, se fosse per lui il mondo sarebbe diverso, un po' come per un bambino, in fondo non ascoltandolo lo mettiamo (ci mettiamo) al sicuro delle delusioni. Solo che quando ha ragione...

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    2. "Qualsiasi studente nell'ora di fisica può provare con esperimenti l'esattezza di un'ipotesi scientifica. L'uomo, invece, vivendo una sola vita, non ha alcuna possibilità di verificare un'ipotesi mediante un esperimento, e perciò non saprà mai se avesse dovuto o no dare ascolto al proprio sentimento".
      Così Kundera, ma mi pare di capire che non possa essere di grande consolazione in questo caso.
      E' dura Sammy, lo so.
      Io sono iper razionale e spesso mi son pentita di non aver assecondato quello slancio, quella spinta primitiva che è poi, in certi momenti, l'essenza stessa della vita.
      Rimbaud diceva "Per delicatezza ho perduto la mia vita" : io sono tormentata dal timore di ripetere sempre questo errore, anche quando mi dico che farò il contrario.
      Combattere la propria indole è durissima, perchè è quella che ci ha fatto sopravvivere sino ad ora.
      A noi il dilemma se ci abbia anche fatto vivere o c elo abbia impedito
      Agave (con affetto).

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    3. Bello questo passo di Rimbaud, si potrebbe parafrasare in tanti modi! :)

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    4. Eh già.Arturo ne sapeva parecchie, per avere meno di vent'anni.:-)
      Agave che aspetta con trepidazione i tigli di giugno, dopo queso assaggio d'estate.

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    5. tanto non saremo mai seri ;)

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    6. Quello mai.
      Ma potremo passeggiare leeeeeeenti ;-)

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