mercoledì 19 novembre 2014

La goccia sulla bottiglia


La goccia aggrappata al bordo della bottiglia trattiene il fiato ascoltando il tutto. Ascolta i rumori nella gente del ristorante, sente il freddo del vetro, sente il liscio del bordo a cui si aggrappa. Non sa come sia finita in quel posto né da dove venga. Potrebbe essere un goccia  sfuggita nel versare il liquido nel bicchiere, potrebbe essere condensa dell'aria aggregata in un punto, ma potrebbe anche essere lo sputo di un cameriere. Non importa, ciò che importa è che essa è. E' li ed è lei, e sente, e resta sospesa per un tempo indefinito. I sensi funzionano e lei accoglie le sensazioni dentro di sé. Io ho un blocchetto di piccoli fogli carta che sono l'archivio storico del mio umore, delle mie ansie e serenità. Sono l'appunto delle mie proiezioni e del mio rintanarmi. Il blocchetto non ha parole e ma solo scarabocchi: linee curve e rette, punti, trattini, tutti di vari colori. Sono un codice che io so leggere, e forse anche gli altri se sapessero che quel libretto è qualche cosa che si può leggere. E' un linguaggio semplice eppure non percepibile, come la voce di una goccia sul bordo di una bottiglia. Ascoltiamo.


Foto: Lago di Verbania, ottobre 2014.

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