Non è possibile trovare un unico aggettivo che descriva una personalità, anche il più apparentemente mediocre, è un caleidoscopio di caratteristiche quasi infinite. Certamente scegliendo con attenzione alcuni aggettivi potremmo riconoscere delle persone all’interno di un dialogo, ma sarà sempre un’ingiusta e superficiale approssimazione. Il singolo aggettivo può andare bene per i personaggi della fantasia, per i miti, come il saggio Tiresia , il divino Giove, la bella Venere e il vagabondo Ulisse, ma non per la gente reale. In essi il singolo aggettivo racchiude la storia, è come la carta dei personaggi in certi giochi di ruolo, o la figurina del calciatore. Ma la psicologia ha deciso che siamo più complessi, e ha spazzato via i personaggi bidimensionali, a favore di quelli iperdimensionali, alla Pirandello, per capirci. Ciò non ha nulla a che fare con l’unicità di ogni essere umano, ma solamente con la consapevolezza che l’aggettivo diventa etichetta, mutilando chi la riceve. Non c’è dubbio che spesso si esponga una maschera che invita a farsi classificare in un certo modo, che ci propone come un prodotto da scaffale, come un genere musicale. Siamo noi a farlo, spesso parlando di noi, vestendoci, raccontando le nostre scelte. E’ attraverso un aggettivo che si separano gli amici dai nemici e quando diventa il passaggio da umano a disumano, è l’aggettivo ad aprire la strada per la violenza. A volte poi gli altri insistono per raccontarci quale aggettivo hanno scelto per noi, e non è mai il semplice innocuo-pericoloso, come l’istinto vorrebbe, oppure il amico-nemico, l’infantile bello/buono-brutto/cattivo; spesso vanno a cercare la cosa più ambigua, sfumata, indefinita, ma che ha un preciso sapore immediato, generalmente amaro. Sì, lo so, sono cervellotico.
Foto: Maschera dell'Associazione Culturale Boes e Merdules, Ottana (Nu)
No,non sehp cervellotico,ma solo complesso come l'uomo quando pensa. L'aggettivo?... Trappole per i NON pensanti. Ciao, Bianca 2007
RispondiEliminaCi penserò :) Ciao e grazie.
EliminaTi hanno dato del cervellotico? Beh, dipende da come te lo hanno detto ma, in ogni caso, poteva andarti peggio, no?
RispondiEliminaA parte questo, a me glii aggettivi non dispiacciono perché dietro ad ognuno c'è poi tutto un pensiero, insomma sintetizzano dei ragionamenti. Il numero degli aggettivi che si usano dà la misura dell'attenione che si vuole prestare a qualcosa.
Il fatto che poi, ad ogni osservazione, possa prevalere una sensazione... beh, magari non è sempre gradevole, ma accade.
Il problema è che ci penso continuamente e che, con le dovute restrizioni del caso, un po' hanno ragione...
Elimina"A volte poi gli altri insistono per raccontarci quale aggettivo hanno scelto per noi, e non è mai il semplice innocuo-pericoloso, come l’istinto vorrebbe, oppure il amico-nemico, l’infantile bello/buono-brutto/cattivo; spesso vanno a cercare la cosa più ambigua, sfumata, indefinita, ma che ha un preciso sapore immediato, generalmente amaro. Sì, lo so, sono cervellotico."
EliminaNon cervellotico, analitico.:-)
Come stai?
Agave-on-the-rough
Ciao! Tutto bene... cerco di mettermi al passo della primavera. E tu?
EliminaIo sto buttando l'anima e tutte le altre frattaglie in una cosa ardua, resisto.:-)
RispondiElimina:) buon lancio :)
EliminaCiao Sammy,25 aprile. Oggi e di tanto tempo fa. Eppure non è patetico ricordare un giorno che vide un popolo liberato dalla restrizione dei suoi diritti di libertà e insieme nel suo sviluppo umano identificato sempre nei sentimenti che superano gli egoismi individuali. Chi lottò per questo,non era certo ambiguo e,la suj maschera camaleontica,se mai vi fosse,eqa solo per strappare,definitivamente,quella del nemico. Un falso bonista,come sono sempre e solo,i dittatori o l'arroganza del dominio. Lo festeggerai anche tu,almeno con la consapevolezza morale,ben chiusa nel cuore e...Libera. Bianca 2007
RispondiEliminaCiao Bianca, buon 25 Aprile, che non ci manchi mai il sapore della libertà e l'idea che serve per conquistarla.
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