Fragile è la definizione di casa, in bilico tra dove si abita e dove si vorrebbe vivere. Spesso è un luogo indefinito, e i più fortunati trovano la propria casa dentro se stessi e possono vivere ovunque. La mia casa è un progetto che cerca di assomigliarmi, che cerca di farsi riconoscere da chi mi conosce. Forse è qualche cosa di atavico: la ricerca del primo abbraccio appena nati, quel dolce conforto dopo un brusco strappo dalla pace. Eppure c’è chi vive senza casa, alla continua ricerca o alla continua fuga. C’è chi vive negli alberghi del “chi va là”, con la paura che i propri piedi possano essere imprigionati dalle radici. Eppure migliaia di case hanno nuovi ospiti, migliaia di case sorgono lungo i bordi delle strade, nei prati, nei boschi, lungo le coste. Cose belle come case diventano cose brutte chiamate "mostri ecologici", che sarebbe meglio chiamare illogici. Ogni casa è qualche cosa di nuovo che nasce e qualche cosa di vecchio che scompare, non è progresso e nemmeno evoluzione, sembra quasi una mitosi dell'architettura.
La casa di molti è un nulla, un luogo abbandonato e ostile, una collezione di oggetti raccattati che i proprietari precedenti hanno considerato come rifiuti. Queste sono case da cui bisogna essere pronti a scappare in fretta. Queste sono case che sorgono negli angoli, spesso del centro di una grande città europea. Una infinità di case invisibili e senza catasto, tristi quando le incontri e fastidiose alla morale, quella stessa morale che si poggia sul racconto di un re nato in una grotta. Le persone non si possono giudicare dalla casa in cui abitano, ma da quanto sanno essere accoglienti per quelli che li vengono a trovare.
foto: Milano, 11 settembre 2010, Garage dismesso.
La casa di molti è un nulla, un luogo abbandonato e ostile, una collezione di oggetti raccattati che i proprietari precedenti hanno considerato come rifiuti. Queste sono case da cui bisogna essere pronti a scappare in fretta. Queste sono case che sorgono negli angoli, spesso del centro di una grande città europea. Una infinità di case invisibili e senza catasto, tristi quando le incontri e fastidiose alla morale, quella stessa morale che si poggia sul racconto di un re nato in una grotta. Le persone non si possono giudicare dalla casa in cui abitano, ma da quanto sanno essere accoglienti per quelli che li vengono a trovare.
foto: Milano, 11 settembre 2010, Garage dismesso.
la foto è fantastica
RispondiEliminagrazie!
RispondiEliminami piace cio' che dici...come lo dici...come fotografi..
RispondiEliminaciao
B.
Grazie Barbara, a presto.
RispondiEliminamolto bello sia il post sia la foto. mi piace moltissimo la tua ultima frase: "Le persone non si possono giudicare dalla casa in cui abitano, ma da quanto sanno essere accoglienti per quelli che li vengono a trovare". quante case upper class, arredate con gusto e cura, hanno un'atmosfera gelida e impersonale, senza una briciola del calore e della personalità di una vecchia casa "vissuta"
RispondiEliminaQuesta è una lezione che ho imparato dagli amici, una delle più importanti.
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